Nuovi Percorsi
Un nuovo racconto per un Museo rinnovato
Un nuovo racconto dell’arte dagli anni Venti ai Cinquanta si snoda nelle sale rinnovate del quarto e quinto. Il percorso espositivo, a cura della Direzione del Museo con il comitato scientifico, propone una lettura che intreccia il criterio cronologico con un’interpretazione critico-tematica, in un alternarsi di sale ampie e luminose e di spazi intimi e raccolti dove approfondire i temi che hanno attraversato il Novecento.
Il racconto si apre con approfondimenti su temi trasversali particolarmente significativi nell’arte del secolo breve affrontati nelle sale più raccolte: la Metafisica, letta attraverso la lente della rivista Valori Plastici, il ritorno all’ordine e alla pittura di figura degli anni Venti e Trenta, il tema del primitivismo dalle Avanguardie storiche in avanti.
Negli spazi ampi e luminosi, al quarto piano, si attraversa il periodo che dall’ “arte tragica e senza tempo del fascismo” porta all’astrattismo. Dalle opere monumentali di Sironi, Martini e Carrà si passa quindi alla pittura più “sciolta” e cromaticamente accesa di de Chirico, De Pisis, Birolli e Casorati, tra gli altri. La rappresentazione dei due scenari artistici degli anni Venti e Trenta in Italia è significativamente interrotta da una preziosa monografica dedicata a Giorgio Morandi, indiscusso maestro del Novecento difficilmente ascrivibile a una corrente o gruppo. L’ultima parte dalla lunga sala è dedicata agli astrattismi: dall’ “armonica” scultura di Melotti in dialogo con Kandinskij e Klee si passa ai pittori che ruotarono intorno alla Galleria del Milione.
Attraversate le sale di Marino Marini, inaugurate nel 2019, e il grande spazio dedicato a Lucio Fontana, cuore del museo, il nuovo percorso riprende nella lunga hall del quinto piano con il secondo Dopoguerra. Si alternano ancora sale personali, Manzoni e Burri, e di contesto. Il clima culturale dell’immediato secondo dopoguerra è descritto attraverso un interessante confronto tra artisti che con linguaggi molto diversi risposero all’urgenza di una società nuova: la figurazione onirica di Licini e le suggestioni meccanomorfe di Magnelli, l’astrattismo militante di Accardi e Vedova, il Realismo di Guttuso e Birolli e la rivisitazione picassiana “Oltre Guernica” di Morlotti e Afro. Si chiude con le “nuove vie dell’astrazione”: attraverso opere di grande formato si affrontano le ardite sperimentazioni in chiave astratta degli anni Cinquanta e Sessanta, con lavori di artisti quali Pomodoro, Consagra, Capogrossi, Kounellis e Novelli.
In esposizione, oltre alle preziose opere del ricco patrimonio civico, capolavori provenienti da Fondazioni, Archivi e collezionisti privati con cui il museo ha costruito in questi anni significative alleanze. Qui per saperne di più.
Dopo gli spazi dedicati all’arte tra gli anni Sessanta e l’inizio degli Ottanta, prima tappa dei Nuovi Percorsi riallestiti nel 2019, la visita si chiude con le immagini de I Corti del Novecento nella nuova saletta video, al piano ammezzato. Dieci studiosi raccontano, nei cortometraggi realizzati da Storyville un’opera, uno “snodo” o un tema del percorso museale, creando relazioni interdisciplinari, connessioni inedite e interpretazioni originali.